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Arianna RicciArianna Ricci: che emozione allenare!

10 febbraio 2015

Oggi facciamo la conoscenza di Arianna Ricci, allenatrice di pallavolo.

Arianna, cominciamo dall'inizio. Ricordi la tua prima esperienza con un pallone di volley?
Certo, me la ricordo molto bene. Mi sono avvicinata al mondo della pallavolo a soli sei anni. Mio padre giocava a basket, mia madre a pallavolo. Mi dividevo ogni weekend, una domenica la passavo alle partite di mio padre e una domenica a quelle di mia madre. È lì che è nata la mia passione per entrambi gli sport. La mia prima partitella a pallavolo l'ho giocata a 10 anni.

Allenatrice per caso o per scelta?
Per motivi di lavoro e a causa del poco tempo libero per allenarmi ho dovuto lasciare la squadra in cui giocavo. È allora che mi è stato proposto di allenare a San Donato Milanese, con l'aiuto di un'altra ragazza. L'idea mi è piaciuta fin da subito anche perché amo stare a contatto con i bambini e devo ammettere che sto provando più soddisfazioni di quando ero io a giocare!

Sei giovane: giochi ancora o ti dedichi solo al ruolo di allenatrice?
Ogni tanto continuo a fare qualche partita, ma si tratta di partitelle tra amici, non faccio più parte di una squadra.

Cosa credi che le tue allieve pensino di te? E tu cosa pensi di loro?
C'è un bellissimo rapporto tra me e le mie allieve. Alleno due squadre: una è di minivolley, sono bambine di età compresa tra i 7 e i 10 anni. Nell'altra ci sono ragazzine di 12 e 13 anni. Per loro sono come una sorella maggiore, c'è un rapporto di fiducia e stima che va al di là della pallavolo e questo non fa altro che rendermi orgogliosa perché era proprio quello che speravo e volevo.

Ti hanno mai fatto arrabbiare sul serio?
No, non mi hanno mai fatto arrabbiare sul serio. È vero che per far perdere la pazienza a me ce ne vuole, però si sono sempre comportate benissimo. Sia le grandi che le piccole. Con le più piccole, in particolare, bisogna fare molta più attenzione... bisogna cercare di farle stare lì con la testa e a volte occorre richiamarle, ma non mi posso lamentare. Sono volenterose e si impegnano molto per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissate insieme all'inizio di questa avventura.

E commuovere?
Sì, mi hanno fatto commuovere, in particolare le bambine del minivolley. La loro prima partita è stata un emozione incredibile sia per me che per i loro genitori. Sono piccoli momenti che ti rendono orgogliosa al di là del risultato che si ottiene.

Sei anche volontaria di Save The Chidren: i più piccoli ti stanno proprio a cuore, vero?
Sì, faccio del volontariato. Amo i bambini e amo ancora di più quelli meno fortunati. Purtroppo viviamo in un mondo troppo superficiale in cui loro sono costretti a lottare contro pregiudizi insensati. Ho una sorella autistica ed è forse anche un po' per questo che ho deciso di dedicarmi ai più bisognosi. Quello che sanno regalarti loro, anche con un semplice sorriso, nessuno te lo sa dare.

Sei estetista di professione. Sono sempre di più le pallavoliste che curano molto il proprio aspetto anche quando scendono in campo.
Cosa ne pensi?

Si, sono proprietaria di un centro estetico. A 13 anni sapevo già che strada intraprendere e sono riuscita a realizzare anche questo sogno. Anche se va un po' contro la mia etica professionale, credo che l'aspetto fisico non sia tutto. Però diciamo che "mettersi a posto" anche per una partita sia giusto... rende sexy e le pallavoliste sono decisamente le più sexy (ride, ndr).

Ti ringraziamo per la tua disponibilità. In bocca al lupo per tutto, Arianna!
Grazie mille a voi! Crepi il lupo! Un bacione a tutte le pallavoliste e le allenatrici d'Italia! A presto!