Martina Facchini, palleggiatrice concentrata
8 maggio 2012Oggi vi facciamo conoscere Martina Facchini, classe 1989, palleggiatrice dell'Astrolabio 2000 in prima divisione.
Martina, in campo qual è il tuo punto forte?
Riesco sempre a estraniarmi dal contorno e penso solo a quello che
succede in campo.
E il tuo punto debole?
Essendo alzatrice qualche volta mi capita, se la partita dura molto, di
essere stanca di testa e forse sono troppo razionale in alcune scelte.
Spesso mi dicono che quando gioco la mia espressione è sempre "troppo
seria". Ma credo sia il mio modo per restare concentrata.
Le tue compagne cosa pensano di te?
Alle mie compagne non ho mai chiesto cosa pensano, ma credo di
essere una buona compagna di squadra, tengo molto alla mia squadra e di
solito riesco a mantenere un equilibrio cercando di non creare mai
problemi o, se ce ne sono, cerco sempre di trovare una soluzione per
risolverli e tenere la squadra unita.
E l'allenatore?
Bisognerebbe chiederlo a lui, anche se una volta un
mio allenatore mi disse che rispecchiavo la personalità dell'atleta
perfetto, sempre in palestra senza lamentarmi ma solo a lavorare.
Quanto è importante la pallavolo nella tua vita?
La pallavolo nella mia vita è un punto fondamentale, non
potrei vivere senza. Ormai sono 10 anni che gioco e anche se a volte ci
sono stati problemi che mi hanno fatto pensare di smettere, non sono mai
riuscita a farlo: è uno sport che se cominci a praticare difficilmente
ne puoi fare a meno. Per me è un momento di sfogo da tutto, entro in
palestra e mi dimentico tutto il resto, c'è solo la mia squadra senza la
quale non potrei stare.
Chi è la tua giocatrice ideale?
Paola Cardullo, anche se non è un alzatrice. Secondo me lei trasmette la voglia di giocare a pallavolo, ha una grinta
in campo che trasporta chi la vede da fuori.
Fuori dal campo come sei?
Forse sempre un po' troppo razionale, ma mi piace
fare di tutto, sono sempre in movimento. Non mi piace stare da sola e in
silenzio, sto sempre in mezzo alla gente e alla confusione, al contrario
di quando sto in campo dove cerco di mantenere il mio "silenzio
mentale". Ma anche fuori dal campo c'è sempre lo sport davanti a tutto,
studio scienze motorie e di conseguenza sono sempre in movimento. I
miei amici spesso non capiscono le mie rinunce per la pallavolo, ma
solo chi gioca può capire che spesso si rinuncia ad uscire per andare ad
allenarsi e per noi pallavolisti non è un sacrificio ma solo piacere.
Il tuo sogno nel cassetto?
Il mio sogno non posso dire che sia quello di diventare una professionista
in questo sport, perché ormai credo di non potere arrivare molto in alto,
anche se... in fondo in fondo la piccola speranza c'è sempre. Posso
dire che il mio sogno è quello di realizzare tutte le cose in cui credo
e di riuscire a portare avanti i miei progetti e soprattutto di poter
riuscire sempre anche in futuro a lasciare nella mia vita un momento
dedicato solo a me e quindi alla pallavolo.